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BIODIVERSITÀ                              di azoto generati da combustibili fossi-       MARI E COSTE
                                            li e prodotti dal traffico, dall’industria,
dell’ecosistema, portando alla perdita      dalle attività di generazione di energia       Dal rombo delle onde alla calma
di biodiversità. Ciò è esattamente quel     e dal riscaldamento. Nelle aree d’Euro-        cristallina dell’acqua: in tutte
che sta succedendo ai copepodi che co-      pa in cui i cambiamenti climatici hanno        le sue forme, il mare nasconde
stituiscono la base alimentare di nume-     causato l’aumento delle precipitazioni         un mondo straordinario, fatto
rosi altri organismi: la loro difficoltà a  e delle temperature, gli effetti della so-     di vere e proprie foreste
sopravvivere influenza l’intera catena      vrabbondanza di nutrienti sono ancora          subaquee che ospitano le
alimentare. Gli animali situati a un li-    più evidenti.                                  specie più diverse. Il 71% della
vello superiore della catena alimentare     Oltre ad assorbire il calore, gli ocea-        superficie del Pianeta è coperta
faticano a trovare cibo e sono costretti a  ni sono anche un serbatoio di anidride         dagli oceani. Eppure questa
spostarsi per sopravvivere.                 carbonica. Più CO2 entra nell’atmosfe-         enorme distesa d’acqua oggi
In Europa, dove la temperatura superfi-     ra, più ne viene assorbita dagli oceani;       è in pericolo: pesca eccessiva
ciale del mare sta aumentando più rapi-     qui l’anidride carbonica si combina con        e inquinamento stanno
damente rispetto a quanto accade negli      l’acqua di mare, generando acido car-          provocando il crollo delle
oceani, questi organismi si spostano        bonico che ne determina l’acidificazio-        popolazioni marine ai livelli più
prevalentemente verso nord. Tale feno-      ne. Gli oceani hanno assorbito più di un       bassi della storia. Il WWF si
meno influisce anche sulle risorse itti-    quarto dell’anidride carbonica prodotta        batte da sempre per invertire
che: basti pensare al caso degli sgombri,   dalle attività umane e rilasciata nell’at-     la rotta, e tutelare uno dei più
che ora tendono a stazionare in aree più    mosfera a partire dal 1750. L’acidifica-       grani patrimoni del Pianeta.
settentrionali, determinando serie con-     zione degli oceani è stata storicamente        Oggi meno dell’1% degli oceani
seguenze per i pescatori locali e, più in   associata a ciascuna delle cinque mag-         è protetto: uno degli obiettivi
generale, per le intere comunità che vi-    giori estinzioni verificatesi sulla terra.     principali del WWF è proprio
vono nei pressi di zone costiere.           Al momento il tasso di acidificazione è        aumentare questa percentuale
                                            100 volte più rapido rispetto a quanto         attraverso l’istituzione di una
ACIDIFICAZIONE                              avvenuto nell’arco degli ultimi 55 mi-         serie di aree protette. In Italia,
L’acidificazione colpisce la vita marina    lioni di anni, e le specie animali e vege-     in particolare, il sistema delle
in modi diversi. Ad esempio, i coralli,     tali potrebbero non riuscire ad adattarsi      Oasi tutela preziosi lembi di
le cozze, le ostriche e tutti quegli or-    abbastanza velocemente. La sovrabbon-          costa italiana dall’avanzata del
ganismi marini dotati di un guscio di       danza di nutrienti innesca, infatti, un        cemento. Alcuni esempi sono le
carbonato di calcio sono ostacolati nel     processo noto come “eutrofizzazione”,          coste della Maremma (Burano,
processo di costruzione delle proprie       il quale causa un’eccessiva crescita ve-       Orbetello), Miramare a Trieste,
conchiglie o del proprio esoscheletro       getale. Quando ciò avviene in mare, la         Torre Salsa in Sicilia, dove
al decrescere del pH dell’acqua marina.     conseguenza più evidente è la cosiddet-        ancora nidificano le tartarughe
Pertanto, la riduzione antropogenica del    ta fioritura algale. I processi di respira-    marine, e Policoro in Basilicata,
pH delle acque potrebbe colpire interi      zione eccessiva della flora acquatica,         dove viene protetto uno degli
ecosistemi marini.                          nonché la sua morte e putrefazione, pri-       ultimi relitti di bosco planiziario,
                                            va l’acqua di ossigeno, provocando un          a due passi dal mare.
ZONE MORTE                                  deficit che contribuisce alla formazione
L’aumento della temperatura degli oce-      di aree di ipossia o “zone morte”, in cui                       Tratto da WWF Italia
ani accelera, inoltre, il metabolismo de-   per gli organismi aerobici è impossibile
gli organismi e innalza la loro richiesta   sopravvivere.                                cenni prima che i mari possano tornare
di ossigeno che, a sua volta, riduce la     Zone morte si trovano nei mari euro-         al loro stato precedente.
sua concentrazione in acqua, renden-        pei parzialmente chiusi, quali il Mar
do alcune parti dell’oceano totalmente      Baltico e il Mar Nero. La temperatura        UN FUTURO INCERTO
inadatte alla vita marina. L’ossigeno nel   dell’acqua nel Mar Baltico è aumentata       Nonostante alcuni modelli si rifacciano
mare può inoltre risultare impoverito da    di circa 2 °C nell’ultimo secolo, il che     a scenari possibili del cambiamento cli-
un eccesso di nutrienti, ad esempio ri-     ha contribuito all’estensione del feno-      matico, è difficile prevedere la reazione
versati in mare dalla pioggia sotto forma   meno. Inoltre, la frequenza con cui le       delle specie marine quando aumenterà
di fertilizzanti per l’agricoltura. Questa  zone morte compaiono a livello globale       la pressione a cui sono già sottoposti gli
sovrabbondanza di nutrienti (quali ni-      è raddoppiata ogni dieci anni a partire      oceani.
trati e fosfati) può verificarsi natural-   dalla metà del 1900. Purtroppo, anche        In compenso, sappiamo che è necessario
mente, ma circa l’80% dei nutrienti         se si smettesse oggi stesso di riversa-      intervenire per mitigare le conseguen-
presenti in mare proviene da attività       re nutrienti nei mari europei, il lascito    ze del cambiamento climatico e che è
svolte sulla terraferma, vale a dire dalle  delle emissioni passate continuerebbe a      necessario farlo subito, per contenere
reti fognarie, dagli scarichi industriali   causare la comparsa di tale aree per de-     l’ulteriore surriscaldamento e acidifi-
e civili e dalle acque reflue agricole. Il                                               cazione degli oceani, nonché gli effet-
resto proviene principalmente da ossidi                                                  ti che entrambi questi fenomeni hanno
                                                                                         sull’ambiente e sul nostro benessere.

                                                                                            Tratto da: “AEA: SEGNALI 2015”,
                                                                                              Agenzia Europea dell’Ambiente

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