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ECOLOGIA
la corretta impostazione planivolumetri- Fig. 2. Studio del percorso solare e del suo impatto sull’edificio di Ecovillaggio
ca dell’edificio ha una primaria impor- Fig. 3. Schematizzazione dei flussi di calore positivi e negativi
tanza” (Figura 2). di un edificio residenziale
Quali sono i dati più importanti emer-
si dalla diagnosi energetica effettuata senza puntare l’indice su chi viene dopo le trasformare un edificio esistente in
nelle case di Ecovillaggio? di noi. Un altro problema è che pochi, se casa passiva?
I dati più importanti che sono emer- non pochissimi, hanno coscienza o espe- Ci vuole sicuramente una buona, una ot-
si riguardano non solo le prestazioni rienza su cosa effettivamente sia un edifi- tima base, dove per “base” intendo un
termoisolanti delle pareti e degli altri cio a elevata efficienza energetica, “pas- involucro compatto, ben orientato e con
elementi opachi, ma anche fattori quali sivo” o Classe A che sia; diventa quindi una certa qualità strutturale: è questo il
l’inerzia termica, l’ombreggiamento e difficile progettare qualcosa che non si fattore chiave per trasformare un edificio
l’orientamento delle superfici vetrate, conosce, se non per “sentito dire”. Cer- “consumato” in un edificio “del futuro”,
l’interazione tra parti riscaldate e non tamente, se dalle nostre università i ra- a costi accessibili che, in base alla mia
riscaldate all’interno dei volumi. Solo gazzi uscissero con delle idee chiare su esperienza, per una ristrutturazione pos-
un equilibrio tra tutti questi aspetti può questi aspetti, sarebbe tutto più facile. sono collocarsi tra i 600 e i 900 €/mq.
portare a un rapporto costo-beneficio ot- Attraverso quali passaggi è possibi- Altre caratteristiche base sono la distri-
timale, dove non è estremizzato uno solo
degli aspetti citati (Figura 3).
In generale, rispetto alla sfida NZEB
(2018-2020), quali strategie progettuali
occorre mettere in campo per l’otteni-
mento di edifici a energia quasi zero?
La principale è la riduzione del fabbi-
sogno di energia utile, cioè di energia
termica, frigorifera, per poi passare, at-
traverso sistemi ad alta efficienza ener-
getica, ad avere bassi valori di energia
primaria che, per la quasi totalità, è pro-
dotta da combustibili fossili. La riduzio-
ne del fabbisogno, assieme a delle evolu-
te logiche di “building automation”, ha
inoltre lo scopo principale di rendere più
che sensibile, direi quasi sostanziale, la
componente di energia rinnovabile diret-
tamente utilizzata dagli edifici.
È questa sfida possibile?
Ecovillaggio è la dimostrazione che la
sfida è stata già vinta. Il modello esiste,
deve solo essere via via ottimizzato e
reso più accessibile. Non solo, la forza di
Ecovillaggio sta nella scalarità dell’in-
tervento in cui vivere “nell’efficienza”
diventa un valore diffuso, una qualità
che è un valore intrinseco di quel luogo
a cui tutti, abitanti e visitatori, non ri-
usciranno più a rinunciare. A onor del
vero, nelle molteplici esperienze lavora-
tive di questi anni esterne a Ecovillag-
gio ho incontrato molti progettisti che,
nascondendosi dietro un presunto scarso
livello tecnico delle imprese, rinunciano
in partenza a trovare soluzioni semplici,
brillanti e intelligenti; oppure imprese
che si lamentano della difficoltà esecuti-
va di un progetto senza nemmeno averlo
compreso. Ognuno faccia il suo compito,
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