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L’Italia è il terzo produttore mondiale
     di energia elettrica derivante dagli
impianti di biogas agricolo, in Europa
il secondo dopo la Germania. 1500 im-
pianti di digestione anaerobica in eser-
cizio, presenti per l’80% in Piemonte,
Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Per alcuni, un primato che fa della filiera
biogas-energia un fiore all’occhiello del
made in Italy in termini di tecnologia,
innovazione e sviluppo delle aziende
agricole. Per altri, un problema legato
alla sostituzione delle colture food con
il non-food, all’impatto che questi im-
pianti creano sul territorio. L’incontro
tra i rappresentanti della filiera food e
non-food rappresenta un punto di svolta
tenutosi a Pollenzo, presso l’Università
degli Studi di Scienze Gastronomiche,
lo scorso 1° aprile, un momento impor-
tante di apertura e conoscenza recipro-
ca, incentrato sulla volontà di favorire
e migliorare le produzioni di eccellenza
agricola attraverso la diversificazione e
la filiera energetica, riducendo contem-
poraneamente l’impatto ambientale in
termini agricoli.
Produrre energia da biogas agricolo e
sequestrare carbonio è possibile senza
ridurre la produzione di alimenti. Lo
testimoniano i dati piemontesi, in cui i
130 impianti a biogas agricolo (80MWe
installati) impiegano una superficie
agricola corrispondente al 14% di quel-
la definita per il set aside obbligatorio.
In termini ambientali si risparmiano
27.000t/anno di concimi azotati di sin-
tesi e circa 234.000t/anno di CO2 e si
incentiva l’incremento dell’efficienza
delle rotazioni agricole per una valida
coesistenza food-non food. Questo risul-
tato deriva dalla riduzione dell’impiego
di biomasse vegetali di primo raccolto
e dal contemporaneo incremento di im-
piego di sottoprodotti agro-alimentari
presenti sul territorio. Ne è una testimo-
nianza il caseificio Moris (http://www.
caseificiomoris.it/new/), un’azienda di
allevamento di bufale che è riuscita a
valorizzare i reflui zootecnici attraverso
un impianto a biogas agricolo e ad apri-
re 6 nuovi punti vendita grazie all’inte-
grazione del reddito agricolo derivante
dalla produzione di energia.
Un altro tema scottante di estrema attua-
lità, dibattuto anche a livello europeo,

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