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teriormente in “on site”, se il trattamento è effettuato sul zione forzata (tramite pompe) inserite in pozzi; le acque di
luogo, e in “off site”, se i volumi inquinati sono trasportati falda contaminate vengono estratte e poi trattate mediante
in impianti diversamente localizzati. Laddove applicabile, la filtraggio forzato;
metodologia “in situ” presenta innumerevoli vantaggi, tra i - Multi Phase Extaction (MPE). Tecnologia di bonifica che
quali: permette di rimuovere in situ simultaneamente i contami-
- limitato impatto sul sito (soprattutto in presenza di siti nanti presenti nella zona insatura e nella zona satura del ter-
produttivi attivi); reno. Mediante una serie di pozzi opportunamente dimen-
- piena compatibilità con le attività commerciali e industriali sionati, viene applicato un impianto da vuoto, con lo scopo
del sito; di estrarre sia l’acqua di falda sia i vapori presenti nel terreno
- sensibile riduzioni dei costi, dovuti all’assenza delle spese insaturo. Il vuoto provoca una riduzione (abbassamento) del
di smaltimento, trasporto e ripristini con nuovo materiale; livello di falda e, di conseguenza, accresce lo spessore della
- possibilità di trattare matrici ambientali a profondità non zona insatura dalla quale vengono vaporizzati i contaminan-
raggiungibili con operazioni di escavazione e rimozioni or- ti. Acqua e vapori estratti vengono filtrati;
dinarie; - Ossidazione chimica ISCO. Il principio base di funzio-
- possibilità di bonificare le varie matrici ambientali, anche namento dell’ossidazione chimica “in situ” (ISCO) consiste
contemporaneamente o in fasi distinte (terreni, acque, aria). nell’iniettare e distribuire composti chimici ossidanti nel
Tra le varie tecnologie generalmente utilizzate nel tratta- sottosuolo per eliminare gli inquinanti presenti. Quali ossi-
mento dei siti contaminati ritroviamo: danti vengono principalmente utilizzati permanganati, per-
- Soil Vapor Extraction (SVE). aspirazione di vapori dal solfati e reagenti tipo Fenton; il principale vantaggio della
suolo: il sistema consiste nel trattamento basato su un ISCO rispetto ai metodi convenzionali è che gli inquinanti
principio fisico di separazione della frazione volatile degli sono “distrutti” molto rapidamente, per cui la durata della
inquinanti dalle particelle solide del suolo, il tutto mediante bonifica è significativamente ridotta. Il processo è partico-
l’aspirazione forzata dell’aria. Questo metodo si applica a in- larmente adatto quando i contaminanti sono presenti con
quinamento di tipo organico con forte presenza di sostanze concentrazioni medio-alte e per la bonifica mirata alle aree
volatili o semivolatili (benzine, prodotti raffinati dal petro- sorgente; dovranno essere previsti pozzi per il recupero dei
lio, alcuni clorurati, etc.). L’aria estratta viene successiva- prodotti. Prima di attuare tale metodologia dovrà essere ef-
mente filtrata per trattenere l’inquinante rimosso; fettuata una serie di test di applicabilità al sito rispetto agli
- Bioventing (BV). iniezione di aria nel sottosuolo insaturo: inquinanti presenti e alla tipologia geologica-idrogeologica
tecnologia che fornisce ossigeno e, se necessario, nutrienti dell’area.
minerali ai microrganismi presenti nel terreno, che riescono Da ricordare che le imprese che svolgono attività di bonifica
col tempo a trattare l’inquinante presente; è particolarmen- sono iscritte all’Albo Gestori Ambientali, Categoria 9 (Clas-
te indicato per suoli insaturi contaminati da idrocarburi. È si dalla A alla E a seconda degli importi di bonifica per siti
meno rappresentativo in terreni con matrice eterogenea, contaminati) e Categoria 10 (A-B) per bonifica di amianto
poco permeabili o prossimi a falde. Il BV è impiegato anche (compatto o friabile), secondo quanto definito dall’art. 212,
in aree edificate e con strutture, ha un basso impatto am- comma 5, del D.Lgs. 152/2006. La scelta della tecnologia
bientale e un costo contenuto; più adatta alla bonifica di un’area richiede una serie di va-
- Biosparging (BP). Tecnologia analoga alla precedente, che lutazioni relative a tutte le fasi del processo, che consente
si applica in situ accelerando l’azione della flora batterica di individuare, caso per caso, l’intervento più adeguato in
autoctona con immissione di aria o ossigeno arricchita con relazione ai costi sostenibili e ai benefici a esso associati.
nutrienti. I risultati di questa tecnologia (come nel BV e AS)
sono condizionati dalla permeabilità della matrice da tratta-
re, dalla distribuzione degli inquinanti, dalla concentrazione
e dalla loro biodegradabilità;
- Air Sparging (AS). Iniezione di aria nel sottosuolo satu-
ro: simile al BV, è una tecnologia che aumenta il tasso di
rimozione degli inquinanti, iniettando aria al di sotto della
tavola d’acqua della falda sotterranea. Tale iniezione, oltre a
mobilitare i contaminanti volatili, apporta un arricchimento
di ossigeno anche nel sottosuolo, che stimola e incremen-
ta l’azione di microrganismi presenti, in grado di degradare
biologicamente gli inquinanti organici, con ulteriore benefi-
cio per l’efficacia della bonifica;
- Pump & Treat (P&T). Tale termine si riferisce al tratta-
mento delle acque sotterranee inquinate mediante estra-
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