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sicurezza
Bonifiche Negli ultimi anni, in relazione alla crescita a livello mon-
delle aree diale sia delle attività industriali che degli insediamenti
contaminate: urbani, le aree oggetto di inquinamenti vari e diffusi
aspetti e sono cresciute in maniera esponenziale; tutto ciò può es-
tecniche sere anche correlato all’assenza, per un lungo periodo, di
normative e decreti finalizzati a conciliare lo sviluppo del
L’attività di bonifica delle matrici progresso con il rispetto e la tutela dell’ambiente, alla scar-
ambientali, quale il suolo, le acque sa conoscenza degli impatti derivanti dai rifiuti prodotti nei
superficiali, le falde sotterranee e vari processi lavorativi e, non per ultimo, a una scarsa cogni-
l’aria, risulta un processo fondamentale zione delle possibili conseguenze future delle nostre azioni.
per la salvaguardia dell’ambiente e La contaminazione di un sito a danno di una o più matrici
della nostra salute, permettendo in ambientali può derivare da svariate attività di origine antro-
molti casi anche il recupero e riutilizzo pica, di processo, di comportamento o anche derivanti da
di aree dismesse o non più in utilizzo. cause accidentali; possiamo ritrovare cause di inquinamento
Vediamone gli aspetti più importanti in relazione a: scarichi abusivi e incontrollati di rifiuti di ogni
e le tecniche disponibili genere, dai solidi urbani (RSU) a quelli industriali (RI); di-
scariche abbandonate e/o incontrollate; depositi abusivi di
sostanze inquinanti; attività industriali che non rispettano
i limiti di emissioni, di scarico etc.; aree contaminate a se-
guito di spargimenti senza controllo di sostanze diserbanti,
disinfestanti, perdite da linee, serbatoi, etc.
Negli ultimi anni l’argomento della sostenibilità e proble-
matica ambientale ha assunto una maggiore rilevanza e in
ogni ambito, dall’europeo al nazionale sino a scala regionale,
numerosi sono gli interventi del legislatore che definiscono
nuovi obiettivi e strategie per il riassetto ambientale, ele-
vando in linea generale gli standard di qualità e di sicurez-
za, puntando molto sulla prevenzione e consentendo anche
azioni di bonifica finalizzate a riqualificazioni di aree impat-
tate a salvaguardia di aree verdi e incontaminate.
RICHIAMO NORMATIVO
Tra i principali punti di riferimento che disciplinano le attivi-
tà di bonifica in Italia, oltre a leggi e decreti a carattere euro-
peo, regionale e varie linee guida (ARPA, ISS, ISPRA, etc.),
ritroviamo il D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia
ambientale”, definito anche come Testo Unico ambientale,
il D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, “Ulteriori disposizioni cor-
rettive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152”, il DPR n. 120 del 13 giugno 2017 “Recante la discipli-
na semplificata per la gestione delle terre e rocce da scavo” e
il D.M. dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare,
11 gennaio 2013, “Approvazione dell’elenco dei siti che non sod-
disfano i requisiti di cui ai commi 2 e 2-bis dell’art. 252 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e che non sono più ricompresi tra i
siti di bonifica di interesse nazionale”. Il D.Lgs. 152/06 definisce
un sito quale “potenzialmente contaminato”, “contaminato” o
“non contaminato”; quando uno o più valori di concentrazio-
ne delle sostanze inquinanti rilevate nelle matrici ambientali
del sito risultino superiori alle CSC, previste per la relativa
destinazione d’uso, in attesa di espletare le operazioni di
caratterizzazione e di Analisi di rischio che ne permettano
di determinare le CSR, il sito è definito quale “potenzialmen-
te contaminato”. Un sito è definito “contaminato” quando i
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