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LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE neficio degli abitanti del pianeta, bensì saranno i giovani
CON UNA NUOVA E RADICALE d’oggi a dover prendere l’impegno di gestire e guidare con
ECONOMIA DELLA CONDIVISIONE grande attenzione quest’evoluzione. Lo studioso visionario
analizza come la rete (web) offra infinite opportunità d’im-
di Ottavia Ortolani, Segretariato ASviS prenditorialità sociale che le generazioni future avranno
il dovere di proteggere. La rivoluzione digitale, nonché la
L’economia della condivisione può diventare un’economia circola- terza rivoluzione industriale che ci troviamo ad affrontare,
re, in cui beni e servizi sono ridistribuiti tra più utenti, ma sono trasformerà il mercato e la cosiddetta “economia della con-
necessari un cambiamento ideologico e una volontà politica forte, divisione” contaminerà tutti i settori. Notoriamente que-
secondo l’analisi di Rifkin. sto fenomeno ha già scosso le fondamenta dell’industria
musicale, dei media e dei trasporti fin dai primi anni Due-
“Being an optimist isn’t about knowing that life used to be worse. mila. La difficoltà maggiore sta nell’interpretare i segnali
It’s about knowing how life can get better.” e anticiparne gli esiti: Napster avrebbe cambiato le sorti
Bill e Melinda Gates, Annual Letter, 2018 di colossi discografici come la Emi, i cellulari avrebbero
segnato la fine della pellicola e via dicendo. La terza rivo-
“Vice”, la media company globale che dà voce ai Millennial,
generazione dei nati tra il 1980 e il 2000, ha pubblicato il
9 febbraio un documentario di Jeremy Rifkin, teorico eco-
nomico e sociale, consigliere del Presidente cinese e della
Commissione europea, intitolato “The Third Industrial Revo-
lution: A Radical New Sharing Economy” (in Italiano: “La terza
rivoluzione industriale: una sharing economy totalmente
nuova”). Il documentario offre uno sguardo molto ampio
sulla società e affronta tutti i temi dell’Agenda 2030: dal-
la riduzione della povertà alle città sostenibili, dal lavoro
equo all’energia pulita e accessibile. Rifkin ci accompagna
nella sua visione della società in cui i Millennial, grazie a
mezzi tecnologici messi al servizio della sostenibilità, da-
ranno vita a un ribaltamento del sistema, per cui l’era del
consumismo verrà superata e al suo posto prenderà forma
un nuovo sistema sostenibile. Dal documentario emerge
che la nascita di un nuovo sistema economico, in grado di
affrontare il cambiamento climatico e di creare un mondo
più equo ed empatico, è realizzabile in una società guidata
dalla tecnologia digitale. L’obiettivo del documentario è di
interpretare la realtà lucidamente, non di romanzare la si-
tuazione attuale. La crisi economica globale e le previsioni
degli economisti sostengono che, se il modello attuale non
cambierà, ci aspettano altri vent’anni di calo della produt-
tività, crescita lenta, aumento della disoccupazione e cre-
scenti disuguaglianze. Prospettive minacciose, che danno
luogo a un sentimento di malcontento nella popolazione,
soprattutto nei confronti delle istituzioni, e aumentano
il rischio di estremismi in tutto il mondo. Inoltre, dopo
200 anni di mutamenti climatici, il pianeta ne risente e le
conseguenze della somma di tutti questi fattori non sono
facilmente prevedibili né gestibili. Alla luce di una situazio-
ne preoccupante, ci troviamo costretti a ripensare i nostri
modelli economici.
Il documentario di Rifkin presenta un piano strategico
per attuare un nuovo sistema economico che permetterà
alle generazioni future di vivere in una società più equa e
sostenibile. La sua visione non si basa sul determinismo
per cui la tecnologia si evolverà automaticamente per il be-
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