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di Antonia Santopietro
Che cosa è
l’economia
circolare
“Che cosa è l’economia circolare” è
il titolo del libro, pubblicato nel 2016 da
Edizioni Ambiente, di Emanuele Bompan
con Ilaria Nicoletta Brambilla. Qui gli
autori, dopo aver ricostruito l’evoluzione
e gli sviluppi più recenti dell’economia
circolare, forniscono indicazioni pratiche
per passare dal modello lineare a quello
circolare, implementando i principi
di questa teoria nella propria attività
L’ inquinamento è una forma di spreco economico, che implica di riciclare manufatti ritenuti in passato irriciclabili, ma an-
l’utilizzo non necessario, inefficiente o incompleto di risorse. Le che alla sostituzione di impianti old style con strutture indu-
emissioni inquinanti sono un segnale di inefficienza aziendale e striali all’avanguardia (come ad esempio le bioraffinerie che
impongono attività che non generano valore” era quanto afferma- producono bioplastiche, biolubrificanti e bioadditivi per la
va Michael Porter un ventennio fa, auspicando che l’inter- filiera degli pneumatici dall’olio vegetale).
vento a favore del clima fosse organizzato lungo la linea di Il rapporto annuale Ambiente Italia documenta come, in
valore della gestione dei processi produttivi; in verità oggi Italia, si siano ultimamente registrati i progressi più vistosi
sappiamo che questo non è sufficiente e non è neppure più di tutta Europa per quanto riguarda il consumo assoluto
un livello di impegno accettabile. L’economia circolare ci di materie prime (diminuzione del 40%) e come i dati di
avvia, invece, a un approccio zerowaste, re-use o recycle, lungo consumo rispetto al PIL, in crescita continua negli ultimi
la linea, a valle del processo e a monte del processo. decenni del secolo scorso, mostrino una riduzione significa-
La conversione verso l’economia circolare, che concerne tiva del 39%. La nuova pubblicazione di Edizioni Ambiente
l’utilizzo delle energie rinnovabili, la bioeconomia, la bio-
mimesi, le tecnologie pulite e green, ha realizzato negli
ultimi anni in Italia indiscutibili passi in avanti. Sebbene
non si possa ancora parlare di innovazione integrale in ri-
spetto del principio di “totale circolarità”, che prevede una
forte riduzione a monte di utilizzo di materie prime e uno
smaltimento totale dei rifiuti prodotti, un riutilizzo delle
parti e un prolungamento virtuoso dei cicli di vita naturali
degli oggetti. Sicuramente si registra una forte sensibilità
e reattività del sistema industriale, che pare individuare in
questa innovazione la chiave per un rilancio dei prossimi
decenni, lontano da prassi di sfruttamento irresponsabile,
teso all’immissione esponenziale di oggetti sul mercato,
il cui utilizzo è stato per molti anni soggetto a logiche di
obsolescenza programmata. Si è passati dall’essere il pae-
se delle emergenze per antonomasia (la crisi dei rifiuti nel
1996 a Milano e la successiva che ha messo in ginocchio
Napoli) a divenire un punto di riferimento per lo sviluppo
di sistemi ecocompatibili. Basti pensare alla presenza sul
territorio di oltre 1500 Comuni che superano il 65% di rac-
colta differenziata, alle innovazioni tecnologiche in grado
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