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A quasi 40 anni dalla nascita della prima etichetta eco-           emissioni di formaldeide, ad esempio) con approcci diversi
           logica (la tedesca Der Blaue Engel è del 1978), e a         e addirittura non confrontabili. Partono da qui le richieste di
           circa 20 anni dall’arrivo delle certificazioni “maggiori”   alcune federazioni industriali per un approccio che sia alme-
    (Ecolabel, Emas, ISO 14001), il panorama degli schemi di           no paneuropeo e scientificamente fondato. Così come la rac-
    certificazione ambientale è letteralmente esploso: secon-          comandazione della Commissione Europea (9 aprile 2013)
    do Ecolabel index, la directory globale dei marchi ecologi-        sull’uso di metodologie comuni per misurare le prestazioni
    ci di prodotto, oggi sarebbero ben 459. Una vera e propria         ambientali per l’intero ciclo di vita dei prodotti (LCA - Life
    proliferazione. Segno di una sensibilità ambientale ormai          Cycle Assessment): raccomandazioni che sfoceranno a bre-
    ampiamente diffusa tra i consumatori e le aziende di ogni          ve nell’emanazione di un nuovo standard, la PEF - Product
    settore produttivo, dall’agroalimentare al legno-arredo e al       Environmental Footprint.
    tessile. Segno anche (parliamo di una crescita misurabile          Partendo dall’assunto che la certificazione ambientale è uno
    in 12 nuovi marchi all’anno, in media) che il mondo delle          strumento utile ai consumatori e, in misura altrettanto rile-
    certificazioni ambientali, sia per i consumatori che per le        vante, alle aziende (come dimostrano i dati sulle performan-
    imprese, è sempre meno un mondo fatto di certezze: stu-            ce economiche delle aziende certificate), scopo del presente
    di, questionari, sondaggi dimostrano che la confusione è un        articolo, senza pretesa di esaustività, è cercare di fornire una
    sentimento largamente diffuso. Siamo di fronte, infatti, a un      nizza le certificazioni e i marchi in diverse classi, segnalan-
    mare magno in cui – complice una informazione non ancora           done i deficit e rilevando i fattori necessari all’affermazio-
    adeguata – è difficile districarsi. In cui strumenti riconosciuti  ne di una certificazione: una domanda alfabetizzata, sia da
    a livello globale (la ISO 14001, ad esempio) convivono con         parte del consumatore che da parte delle aziende candidate
    marchi applicati in singoli Paesi (come l’austriaco Umwelt-        a certificarsi; un’offerta adeguata, aperta ai diversi settori
    zeichen Bäume); in cui marchi nati e gestiti da enti pubblici      produttivi, non penalizzante; e poi regole efficaci nella pro-
    (Ecolabel, ad esempio) si affiancano agli schemi di enti di        mozione e controlli funzionali al rispetto di quelle regole.
    standardizzazione internazionale (ISO 50001, 14067, ecc.),         Per arrivare, infine, a cogliere le principali motivazioni che
    a quelli di singole Ong (come Biodiversity Friend, o gli stan-     spingono alla certificazione ambientale.
    dard forestali FSC® e PEFC), o a quelli che nascono dalla
    collaborazione tra imprese, Ong e cittadini (RSPO - Roun-          DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI
    dtable on Sustainable Palm Oil). Certificazioni di prodotto
    (che guardano agli impatti lungo tutto il ciclo di vita oppure     Dobbiamo parlare di Marlene Dietrich per parlare della
    per un solo momento) accanto a certificazioni di sistema. Ci       prima certificazione ambientale: il film che nel 1930 l’ha con-
    sono quelle che nel campo si definiscono “etichette di tipo        sacrata nell’empireo delle dive del cinema, Der Blaue Engel
    II”, di fatto delle autocertificazioni che si trovano su tanti     (L’angelo azzurro), ha anche dato il nome al primo marchio
    prodotti (come il marchio adottato per i materiali riciclabili,    ambientale al mondo. Nato in Germania nel 1978, paese dal-
    il cosiddetto Anello di Möbius) e ci sono schemi stilati da        la spiccata sensibilità al riguardo, oggi copre più di 4000 pro-
    board internazionali di esperti che prevedono la certificazio-     dotti e viene riconosciuto in gran parte dei paesi del Nord
    ne di un ente terzo accreditato.                                   Europa. Il Blaue Engel giunge in un periodo, la metà degli
    Per di più, il quadro negli ultimi anni sta divenendo anco-        anni Settanta, che ha visto nascere i primi provvedimenti
    ra più complesso con il diffondersi e l’imporsi di nuovi ap-       pubblici in difesa dell’ambiente. In Europa vengono appro-
    procci. Come la campagna Detox di Greenpeace, che, lungi           vati programmi statali e regionali, leggi in materia di tutela
    dall’essere una certificazione, garantisce però sulla riduzio-     dell’aria e dell’acqua dall’inquinamento, smaltimento dei ri-
    ne di prodotti chimici pericolosi nel mondo della moda, e          fiuti, difesa della natura. Arriva una normativa organica sulle
    sta smuovendo il settore alle radici: il ‘visto’ dell’associa-     aree naturali protette in Gran Bretagna (1972) e Germania
    zione ambientalista è, di fatto, un marchio di cui fregiarsi       (1976). Anche in Italia leggiamo i segni di questa crescita di
    agli occhi del consumatore. Accordi formali, come questo,          sensibilità: nel 1975 viene, per la prima volta, costituito il
    tra imprese e soggetti come Ong, associazioni di cittadini         Ministero per i Beni Culturali e Ambientali; nel 1976 viene
    o di imprese assumono rilievo globale, grazie all’autorevo-        varata la legge Merli sulla regolamentazione degli scarichi
    lezza di chi li elabora e detiene il marchio o per l’adesio-       idrici; nel 1979 viene costituito il Comitato interministeriale
    ne di aziende mondiali molto note. E riescono a portare un         per l’ambiente (CIPA). Ma è negli anni ’90 che la sensibilità
    contributo ambientale anche rivoluzionario. Perciò, per non        ambientale fa un salto di qualità e di scala: l’ambiente diven-
    lasciare fuori esperienze come queste, abbiamo deciso di           ta una questione globale. Lo spartiacque è la Conferenza delle
    utilizzare, per definire questo mondo nel suo complesso, la        Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro del 1992,
    dicitura ‘marchi’ ambientali. Nel complesso c’è da perdersi.       nella quale furono approvati la Convenzione quadro sul
    Ancora di più a causa di schemi di difficile comprensione          cambiamento climatico, la Convenzione sulla biodiversità,
    (a partire dal nome); o di diversi schemi concorrenti che          la Dichiarazione sulle foreste, l’Agenda 21: le pietre miliari
    hanno per oggetto lo stesso ambito (il contenimento delle          del “cambiamento di rotta” verso la sostenibilità ambienta-
                                                                       le dello sviluppo. Sempre nel ’92 la sostenibilità ambientale

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