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SPECIALE CERTIFICAZIONI E MARCHI AMBIENTALI
Le certificazioni pubblicistiche sono, di solito, più laborio- prodotto rappresenta solo una piccola percentuale della
se e complesse, quanto ai processi per ottenerle, di quelle produzione complessiva dello stabilimento.
privatistiche. Facciamo l’esempio di EMAS: dopo la richie- Altro elemento determinante è la necessità di garantire la
sta di certificazione, il verificatore si reca in azienda per visibilità dei loghi, per raggiungere il cliente/consumatore.
convalidare la Dichiarazione Ambientale (il documento Spesso rigide regole di uso hanno indotto le aziende a non
che deve essere messo a disposizione del pubblico), valu- utilizzare (o a utilizzare al minimo) i loghi delle certifica-
tando anche l’efficacia del sistema di gestione ambientale zioni per non indurre in errori relativi alle regole appena
attuato dall’azienda. Se la dichiarazione è OK (che significa richiamate. Questo ha portato a una minore visibilità dei
che è OK anche il sistema di gestione), l’azienda invia il loghi delle certificazioni e, quindi, a un minor riconoscimen-
documento convalidato al Comitato EMAS (entro 60 giorni to degli stessi da parte del mercato. Negli ultimi anni, con
dalla convalida) che lo esamina con il supporto di ISPRA. recenti revisioni dei regolamenti di utilizzo dei loghi, si è
Come previsto dallo stesso Regolamento Europeo (Art. 13, cercato di superare queste difficoltà, concedendo maggiore
comma 2, lett. c), viene anche richiesto un parere dell’AR- flessibilità Come accennato sopra, tra le certificazioni di si-
PA/APPA locale. Nel migliore dei casi, queste danno il loro stema e quelle di prodotto vi sono alcune differenze sulle
OK: il documento, a questo punto, viene analizzato nel regole di utilizzo del logo. Il marchio di prodotto (ad esem-
dettaglio e il Comitato EMAS, se va tutto bene anche da pio, Ecolabel) può essere utilizzato sul prodotto stesso e sul
questo punto di vista, registra l’impresa. Questi passaggi relativo materiale promozionale, mentre il logo relativo alle
dopo la verifica positiva del verificatore non sono previsti certificazioni di sistema (ad esempio, EMAS) può essere uti-
per la certificazione di sistema privatistica, ISO 14001, per lizzato sugli imballaggi secondari (l’imballaggio che rappre-
la quale una verifica positiva comporta, entro pochi giorni, senta, ad esempio, nel punto di vendita, il raggruppamento
l’emissione del certificato con la sola determinazione del di un certo numero di prodotti), ma non sul prodotto e sugli
verificatore (Organismo di Certificazione). imballaggi primari (i contenitori del prodotto che rivestono
Nell’ambito di questa procedura per la registrazione direttamente l’articolo per la vendita).
EMAS, solitamente in occasione della prima registrazione, Per quanto riguarda nello specifico gli schemi di prodotto,
le ARPA/APPA competenti possono provvedere a fare un si possono poi distinguere varie tipologie di etichette. Le infor-
sopralluogo in azienda, funzionale all’emissione del loro mazioni fornite dalle varie etichette sono di fondamentale
parere, verificando in modo approfondito la conformi- aiuto per l’utente. Ma il valore da dare alle informazioni di-
tà normativa come se fosse una loro normale ispezione. pende, in prima battuta, dal tipo di marchio ecologico con
Questo procedimento di intervento dell’ente di controllo il quale abbiamo a che fare. Alcuni sistemi di etichettatura
pubblico, se da un lato porta lo strumento a essere molto sono obbligatori e riguardano principalmente gli elettrodo-
attendibile anche agli occhi della Pubblica Amministrazio- mestici (etichetta energetica), i prodotti pericolosi e tossici,
ne, dall’altro rende più titubanti le aziende che, decidendo e gli imballaggi. Gli altri, quelli ad adesione volontaria, sono
di richiedere la certificazione EMAS volontariamente, si caratterizzati da differenti gradi di attendibilità. Seguendo
“chiamano in casa” gli ispettori di ARPA. la classificazione della norma ISO 14020, le eco-etichette di
Proseguendo nei criteri per distinguere i diversi standard, natura volontaria si possono classificare in tre tipologie:
interessante è la disponibilità o meno di uno specifico mar- - etichette di tipo I: sono i marchi ambientali volontari che
chio da apporre in etichetta sul prodotto, e le regole che ne valutano l’intero ciclo di vita del prodotto e certificano
governano l’uso. Diciamo subito che il tema dell’utilizzo l’applicazione di criteri o il superamento di valori soglia
dei loghi delle certificazioni di prodotto e di sistema ha (entrambi, criteri e valori soglia, sono la garanzia di qualità
rappresentato, e rappresenta tuttora, un argomento di di- ambientale come definita dallo standard di riferimento). I
scussione. Un primo elemento è riconducibile alla neces- marchi sono soggetti a certificazione esterna da parte di un
sità di non confondere il consumatore su cosa realmente ente terzo indipendente. Sono esempi di etichetta ambien-
sia certificato dell’azienda che fa uso dei loghi. Quindi, ad tale di tipo I il marchio europeo Ecolabel, le certificazioni
esempio, le aziende con una certificazione di sistema come FSC® e PEFC;
ISO 14001 o EMAS devono utilizzare il logo in modo che - etichette di tipo II: sono auto-dichiarazioni ambientali for-
esso non possa essere interpretato come una certificazione nite principalmente da produttori. Non sono sottoposte a
ambientale dei loro prodotti. È, quindi, possibile utilizzare certificazione da parte di un ente indipendente. Il fatto che
il marchio all’interno del sito web o nella carta intestata, non vi sia una certificazione ufficiale da una parte terza non
ma non sugli imballaggi dei prodotti. Allo stesso modo, significa che queste etichette non debbano avere dei requi-
le aziende certificate Ecolabel devono utilizzare il logo in siti di attendibilità e serietà nei riguardi del consumatore
modo da non indurre il consumatore a pensare che tutto e dell’utenza in genere; infatti, secondo lo standard ISO
il processo di produzione sia in possesso di una certifica- 14021, devono contenere dichiarazioni non solo non in-
zione. Infatti, vi sono anche casi in cui un’azienda ha una gannevoli, ma verificabili (ad esempio, la documentazione
certificazione su un prodotto del suo campionario, ma tale relativa alle qualità ambientali dichiarate deve essere resa
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