Page 76 - ambiente_112
P. 76
nization Environmental Footprint - OEF) e l’altro relativo Program. Quello di H&M – rappresenta il maggiore utiliz-
all’impronta ambientale dei prodotti (Product Environmen- zatore di cotone biologico al mondo – è certificato, invece,
tal Footprint - PEF), entrambi basati sulla metodologia LCA. secondo le direttive della Better Cotton Initiative, organiz-
Due metodi che dovrebbero portare chiarezza,e contribui- zazione no profit che vede tra i soci fondatori WWF e Ikea.
re a superare alcuni limiti degli attuali schemi e a dare una La stessa H&M è stata tra le prime aziende a collaborare con
nuova spinta al settore delle certificazioni. Greenpeace per Detox, la campagna per eliminare le sostan-
L’accelerazione delle certificazioni ambientali avvenuta con ze chimiche tossiche dalla filiera della moda. E con H&M,
il nuovo millennio, oltre che dai metodi e dagli standard am- tra i Detox leaders indicati da Greenpeace, compaiono an-
bientali citati, è misurabile anche nella progressiva inclusio- che Adidas, Valentino, Benetton, G-Star Raw, Burberry, Levi
ne di indicatori ambientali in schemi di natura non (esclusi- Strauss &Co, Mango e Puma. Nell’agroalimentare troviamo
vamente) ambientale. Come Fairtrade, marchio di prodotto un’altra miriade di iniziative. La Commissione dei viticoltori
internazionale che indica obiettivi sociali, economici e, ap- di Sonoma County, regione della costa nord della California,
punto, ambientali; o le certificazioni dedicate al mondo del ha avviato un processo per fregiarsi della denominazione di
tessile, come STEP e GOTS, che colgono il legame fra aspetti vino al 100% sostenibile, facendo riferimento al California
ecologici e sociali. Discorso che vale anche per UTZ, stan- Sustainable Winegrowing Alliance’s Code of Sustainability.
dard dedicato a caffè e cioccolato, Friend of the Sea, sosteni- Mentre il caffè venduto e servito da Ikea è certificato UTZ,
bilità ambientale e sociale della pesca, o RSPO, per la colti- come alcune specialità della Lavazza. Lavazza che, con Ne-
vazione sostenibile della palma impiegata per ricavarne olio. spresso, ha certificato Rainforest Alliance alcuni prodotti. Se
Una lista, quest’ultima, che dimostra una volta di più quale di questi marchi ambientali è evidente la portata comuni-
sia stato, negli ultimi anni, e quale sia oggi il cammino del- cativa, meno scontato è cogliere la capacità di portare mi-
le certificazioni ambientali: fioriscono e si diffondono nuovi glioramenti ambientali: capacità evidente, ad esempio, per
‘schemi’, o protocolli, accordi ambientali (complessivamen- FSC® e PEFC, Friend of the Sea, Detox, Cradle to Cradle,
te, appunto, parliamo di ‘marchi e certificazioni ambientali’) Rainforest Alliance, per citare alcuni casi. Proprio per forni-
che assumono rilievo per l’autorevolezza di chi li elabora e re strumenti utili a trovare la bussola in questo brulicante
detiene, o per l’adesione di aziende mondiali molto note. universo di marchi ambientali, il paragrafo che segue forni-
Marchi che descrivono un fenomeno molto variegato e ricco sce alcune indicazioni che potranno essere utili a cogliere le
di sfumature, che investe tutti i settori: dal tessile alla co- differenze tra uno schema e l’altro.
smetica, dall’arredamento al cibo.
Da Patagonia, che vende capi , all’ampia adesione alla cer- ORIENTARSI TRA LE CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
tificazione Cradle to Cradle – dedicata all’up-cycling (il ri-
ciclo senza perdita di valore) dei materiali – che vede tra i Come abbiamo mostrato, il mondo delle certificazioni am-
suoi aderenti marchi globali quali Nike, Gap Inc., Habitat, bientali (certificazioni, validazioni, protocolli ambientali)
Heinz e IBM. Il cotone impiegato da Timberland è certificato mostra una notevole varietà, con differenze anche sostan-
100% Organic Cotton secondo lo USDA National Organic ziali tra le quali è bene cercare di orientarsi. Per fare subito
chiarezza e sgombrare il campo dalle maggiori ambiguità, va
indicato come primo criterio di classificazione degli standard
ambientali quello relativo ai diversi livelli di garanzia offerti,
legati, in particolar modo, al coinvolgimento nel processo di
certificazione di un numero progressivo di soggetti diversi.
Possiamo identificare 6 diversi livelli di garanzia:
- Livello 1: Autocertificazione. A questo livello solo un
soggetto partecipa al processo per l’apposizione del mar-
chio ecologico: è l’azienda che lo applica. Il consumatore,
dunque, deve fidarsi del rigore dell’impresa e dei parametri
che impiega, non essendoci uno standard codificato di rife-
rimento. È il caso delle cosiddette Etichette di tipo II (come
il marchio del riciclo, l’Anello di Möbius). Si tratta, come
abbiamo già detto, di una sorta di autocertificazione;
- Livello 2: Adesione a uno schema di certificazione (sen-
za ente terzo). Un gradino più su, c’è l’adesione a uno stan-
dard. Ovviamente la credibilità dell’organismo che produce
lo standard e la validità delle procedure adottate per stilarlo
sono determinanti. L’adesione viene certificata dal proprie-
tario dello standard, mentre non è prevista la validazione di
un ente terzo. Un esempio è quello del marchio Pannello
74