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deve andare tutti insieme nella stessa direzione, politica e cittadini.  meno risorse in futuro e quali conseguenze avrà tutto
Di particolare rilevanza è il tema delle energie rinnova-                questo sulla nostra società? Che suggerimento da ai
bili. Possono sostituire le fonti fossili?                               singoli cittadini per vivere in un mondo con meno ri-
Oggi come oggi non ancora… ma possono farlo tra qualche anno, a          sorse?
patto che ci si investa sopra e si cominci questa transizione. È una     Perché ci saranno meno risorse? Lo abbiamo già detto. Viviamo in
transizione importante. Occorre stabilire un cammino, una direzio-       un mondo finito in cui non possiamo crescere infinitamente! I limiti
ne verso cui tendere entro 20-30 anni.                                   riguardano sia il consumo di risorse che l’inquinamento che produ-
Lei è più incline a una produzione energetica distribu-                  ciamo. L’attuale modello economico è insostenibile nel lungo perio-
ita (ciascun edificio genera la propria energia, facendo                 do! E persino la UE propone, con sempre maggior enfasi, il modello
ricorso a fonti rinnovabili), così come suggerisce l’e-                  dell’economia circolare (il cui principio di base è “riciclare tutto”),
conomista Jeremy Rifkin, oppure a un sistema centra-                     ma si è ben lontani dal raggiungere una soluzione. Allora occorre
lizzato (con la creazione di grosse centrali eoliche e                   un’alternativa per i singoli. Il mio libro propone alle famiglie delle
solari)?                                                                 “soluzioni pratiche” che permettono di affrontare i rischi dovuti al
Le energie rinnovabili sono adattissime a un modello distribuito.        cambiamento climatico e alla crisi ecologica: autoprodurre energia,
Occorrerebbe però fare degli investimenti sulla rete per adattarla       utilizzare l’isolamento termico per ridurre il consumo di energia,
a una produzione locale e intermittente di energia (la rete esisten-     curare un proprio orto (se possibile), raccogliere acqua piovana con-
te è stata inventata anni fa per una produzione centralizzata). La       tro i periodi di siccità, produrre meno rifiuti; in sostanza, essere più
politica deve scegliere di trasferire fondi su questi investimenti, to-  autonomi e impattare meno sull’ambiente.
gliendoli dal mercato tradizionale delle fonti fossili. Non si tratta    Ha parlato di rischi del cambiamento climatico. Quali
di aggiungere risorse. Occorre semplicemente spostarle da una fonte      sono i rischi maggiori?
all’altra!                                                               I pericoli maggiori vengono dalle intense ondate di caldo e dalla sic-
Occorrerà ancora produrre energia a livello centraliz-                   cità, che riducono la disponibilità di acqua e la produzione agricola.
zato?                                                                    A questi si aggiungono i rischi geopolitici. In un mondo abitato da
Ovviamente, una parte dell’energia dovrà essere prodotta anche a         più di 7 miliardi di persone, se la quantità di risorse disponibili si
livello centralizzato per garantire stabilità alla rete. Ma i maggio-    riduce, automaticamente aumenteranno i rischi di guerre e di mi-
ri investimenti andranno fatti in quello che è il punto debole delle     grazione. Come sarà il mondo tra 30-40 anni, quando le migrazioni
rinnovabili: l’accumulo di energia. La tecnologia in questo caso non     interesseranno decine di milioni di persone?
è ancora matura, ma, lavorandoci sopra, si potranno sicuramente          Recentemente ha scritto un altro libro, Il mio orto tra
trovare delle soluzioni più che adeguate. Ci sono Paesi che stanno       cielo e terra. Può chiarirci gli obiettivi di questo libro e
investendo molto su questo aspetto. Si pensi alla Danimarca, che         a chi è indirizzato?
ritiene di passare interamente alla produzione di energia rinnova-       Questo libro espande uno dei capitoli del libro Prepariamoci a vivere
bile entro il 2050.                                                      in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza...
Altro tema importante è quello delle città ecososteni-                   e forse più felicità, dove suggerisco di essere il più possibile autono-
bili, in quanto include tutti i fattori in gioco (cibo, edi-             mi dal punto di vista della produzione alimentare. Racconto la mia
fici, energia, mobilità, trasporto). Ci sono esempi nel                  esperienza (50 anni) nell’orto; spiego come creare un orto sostenibi-
mondo di città a basso impatto ambientale? Quali sono                    le senza fitofarmaci ed elementi chimici.
i Paesi che si stanno muovendo nella giusta direzione?                   Lei lavora molto con la RAI. Ha dei nuovi progetti in
Ci si sta lavorando molto su questa tematica. Stanno anche emer-         programma?
gendo corsi di laurea nelle facoltà di architettura e di ingegneria      Dopo l’esperienza chiusa con Rai 3 (Scala Mercalli), in questo mo-
rivolti alla creazione di città eco-sostenibili (le smart cities). Nuo-  mento lavoro per Rai news 24 dove produco dei brevi video di un mi-
vamente, i Paesi del Nord-Europa (Danimarca, Svezia, Olanda,             nuto (Pillole di Mercalli) sui temi che abbiamo appena affrontato.
Germania) sono i modelli più maturi. Da noi, di nuovo, emerge il         In effetti, in un’epoca dove le persone sono molto occupate, un breve
problema della contraddittorietà. Da un lato si parla molto di que-      messaggio di un minuto risulta essere molto efficace.
sto tema. Dall’altro, non si fa niente per svilupparlo. Da un lato ci    Può fare un appello alle istituzioni e a tutti i cittadini?
sono città che hanno abbracciato con grande consenso il tema (come       La lotta al cambiamento climatico e alla più ampia crisi ecologica è
Bologna), ma che vengono scarsamente supportate nel loro cammi-          un processo che va accelerato. A tal fine abbiamo bisogno di 1) una
no; dall’altro, ci sono città che non sanno nemmeno di cosa si tratti.   maggiore e più diffusa informazione (deve crescere il numero di per-
E università che si occupano di resilienza climatica in urbanistica,     sone che prende seriamente coscienza di questi temi) e 2) una politica
come IUAV a Venezia, ma con l’impressione che molti studi restino        illuminata, ma su questo sono molto più dubbioso… Infine, in un con-
poi nei cassetti invece di essere applicati concretamente.               testo in cui l’America si presenta con un atteggiamento negazionista
Uno dei suoi ultimi libri è una sorta di “warning” per le                nei confronti del cambiamento climatico, si spera 3) che l’Europa non
singole persone/famiglie: Prepariamoci a vivere in un                    indebolisca i propri progetti in tema ambientale e, anzi, assuma la
mondo con meno risorse, meno energia, meno abbon-                        leadership nella lotta mondiale al cambiamento climatico.
danza... e forse più felicità. Può dirci perché ci saranno
                                                                                         (intervista realizzata nel mese di marzo 2017)

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