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sicurezza
sa, ma avrebbero tardato poco; e, qualche anno più tardi, rivò alla conclusione, pubblicata nel 1998, che negli animali
Maltoni ancora una volta denunciò il problema e la necessità di laboratorio esposti a CEMBF (campi magnetici a bassa
di studiarlo a fondo, prima che coinvolgesse la popolazione frequenza) non era stato osservato alcun aumento significa-
dell’intero globo, come poi è avvenuto. Ma dal 1990 a oggi, tivo di tumori. Maltoni et al. (2000) pubblicarono una criti-
cosa è accaduto, quali azioni sono state intraprese, a quali ca allo studio americano, ritenendolo inadeguato sia per lo
risultati e conclusioni siamo arrivati? E il messaggio di allar- scarso numero di animali utilizzati, sia perché questi erano
me e di appello a svolgere ricerche adeguate è stato raccolto? stati osservati partendo dall’età di giovani adulti e tron-
Quale posizione è stata presa dalla comunità scientifica? cando l’esperimento dopo 104 settimane di età, che corri-
Nel decennio 1990-2000, l’Istituto Ramazzini di Bologna si spondono pressappoco a 60-65 anni nell’uomo. L’obiezione
è impegnato con forza nel diffondere quanto si conoscesse era legata al fatto che, sia nel ratto che nell’uomo, l’80%
sui rischi dei CEM e nell’investigare quanto ancora biso- di tutti i tumori maligni insorge dopo queste età equiva-
gnasse conoscere per escludere un potenziale rischio corre- lenti. Rimaneva confermata dalla revisione della letteratura
lato alla situazione espositiva che riguardava praticamente l’aumentata incidenza di leucemie nei bambini esposti nelle
tutta la popolazione del globo. Dalla metà degli anni No- loro abitazioni e nei lavoratori esposti sul luogo di lavoro.
vanta, i ricercatori americani del National Toxicology Pro- Questo dato epidemiologico nel 2002 avrebbe portato l’A-
gram (NTP/ NIEHS), ente governativo che conduce il più genzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), settore
grande e integrato programma di ricerca di salute ambienta- della OMS dedicato al cancro, a classificare i CEMBF come
le al mondo, erano impegnati in uno studio su ratti che ar- “possibili cancerogeni” (gruppo 2B).
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