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Premiazione al Senato di progetti delle scuole basilari per poter leggere e interpretare l’ambiente naturale e
per il CETRI Educational 2016 le relazioni che con esso intrattiene la specie umana; ma che
dire delle conoscenze pedagogiche basilari per la conoscenza
Studenti del progetto Archeò in visita a Palazzo Madama della psicologia dell’apprendimento, per la progettazione e la
valutazione degli interventi formativi, per la gestione delle
lavoro, ovvero con autocertificazione, possono continuare ad esercitar- dinamiche relazionali di gruppo e così via? Ecco allora che
la, senza potersi in nessun caso avvalere della qualifica di educatore le conoscenze scientifiche da sole non bastano e l’educatore,
professionale socio-pedagogico. Negli ambiti professionali e nei servizi il quale ha la responsabilità della relazione educativa e dello
indicati dagli articoli 3 e 4 del provvedimento in esame, il mancato sviluppo della personalità ecologica dei suoi interlocutori, da
possesso della qualifica di educatore professionale socio-pedagogico o solo non sempre riesce a colmare tali lacune e autoformarsi
di educatore professionale socio-sanitario non può costituire, diretta- adeguatamente, senza mettere mai fine a quel processo di
mente o indirettamente, motivo per la risoluzione unilaterale, o per rivoluzione personale che porta a educare per primi se stessi
la modifica (anche di ambito), in senso sfavorevole al prestatore, dei e poi tutti gli altri. Spesso e volentieri poi, educatore ambien-
rapporti di lavoro in corso alla data di entrata in vigore della legge”. tale si improvvisa chi non possiede neppure adeguate com-
COSA CAMBIA PER GLI EDUCATORI AMBIENTALI petenze naturalistiche, ma è mosso da passione naturalistica
Sebbene l’approvazione di una simile legge possa spaventare o coscienza civica rispetto a una particolare problematica,
tutti quegli educatori che provengono dalle lauree in Scien- come la produzione di rifiuti, la mobilità sostenibile, ecc.
ze naturali, ambientali e biologiche, essa rappresenta un Nonostante le attività dei tanti “educatori volontari” siano
passo fondamentale nel riconoscimento di una professione preziose e spesso significative, non è accettabile, però, che
che, troppo spesso, non viene sufficientemente riconosciu- l’educazione all’ambiente e il suo portato di responsabilità
ta nella sua complessità e nella sua importanza. Nonostan- resti in carico a forme di esercizio volontario, ma richiede al
te la vastità delle conoscenze che essa presuppone, nonché contrario impegno, specializzazione e professionalizzazione
delle strategie didattiche altamente specifiche che richiede, costanti. Inoltre, non è infrequente imbattersi in “educatori”
infatti, a eccezione di poche regioni la figura dell’educatore interessati esclusivamente a promuovere prodotti o attività
ambientale nel nostro paese non esiste, non è riconosciuta che con l’educazione ambientale sono addirittura agli anti-
come una specifica professione e, di conseguenza, non esi- podi, come avviene nel caso delle associazioni venatorie e
ste una formazione dedicata. In genere, coloro che svolgono di falconeria, degli Owl bar, dei delfinari, ecc., che sfruttano
attività di educazione ambientale provengono proprio dal in maniera più o meno cruenta gli animali, spacciandosi per
campo delle scienze naturali e portano con se un solido e strumenti didattici e trascurando, per ignoranza o volontà, il
fondamentale bagaglio culturale per quel che concerne gli messaggio negativo legato allo sfruttamento e alla coercizio-
aspetti scientifici, che forniscono i concetti e le conoscenze ne di altre specie sotteso all’utilizzo di un simile mezzo. Con
questa legge finalmente si assumono come basilari e irrinun-
ciabili le conoscenze pedagogiche di base e si afferma chiara-
mente che l’educatore ambientale è in primis un educatore, e
che quando parliamo di “educazione ambientale” stiamo par-
lando per prima cosa di un evento educativo; “ambientale” è
in fin dei conti un aggettivo qualificativo che ne precisa e re-
stringe il campo d’azione, pertanto tutela quanti di noi sono
arrivati a questo lavoro seguendo determinati percorsi ma, a
partire da ora, stabilisce qual è quello da seguire. Inoltre, essa
ci mette al riparo da quei soggetti che, mossi da interesse
personale, svolgono male le attività educative e danneggiano
l’intera categoria. Perché con questa legge, finalmente, siamo
una categoria, siamo riconosciuti ufficialmente e abbiamo un
preciso campo d’azione e, se questo è già di per se un passo
importante, lo è ancora di più in questo momento. In occa-
sione dell’anno scolastico 2015, infatti, è stata lanciata dal
Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero
dell’Istruzione, la pubblicazione delle nuove linee guida per
l’educazione ambientale elaborate da un gruppo di lavoro
interministeriale. La collaborazione tra i due Ministeri si è
rafforzata nel 2016, con la firma di un protocollo d’intesa
sull’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile nelle
scuole, nel quadro del PON Scuola 2014-2020. Per presen-
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